mardi 7 février 2012

Utopia Nautica

Nata nel 1961, l'identità dei cantieri di baia si è sviluppata negli anni 70 dopo l'acquisto dello stabilimento dalla famiglia Capasso. Con quest'ultimo, è cresciuta la reputazione di un cantiere innovativo con aspetti qualitativi che mirava alle vette.  
Nel 1983 l'ambizioso cantiere si stabilisce in America, ma non solo : stipula anche molti accordi con agenzie Europee per quanto riguarda la vendita e l'importazione di yachts. 
In Francia è l'agenzia OceanDrive che detiene l'esclusività  per l'importazione di Yachts Baia nel paese. Stabilita a Golfe Juan, OceanDrive è anche l'unica rappresentante di due altri cantieri Italiani basati a Savona e a Napoli : MondoMarine e Arcadia Yacht
                                                           
Come le macchine tedesca, gli yachts italiani rappresentano l'eleganza associata ad ottime prestazioni. Così, il mercato italiano in Francia (e nel mondo) è molto importante anche se la concorrenza in questo settore è molto forte. In 2004, 96% degli yacht tipo Open provenivano di cantieri italiani. La fama del yachting made in Italy si diffusa fino alla Cina dove la nautica italiana rimane al primo posto nel mercato cinese dello yachting. "Ho scelto una barca italiana soprattutto per ragioni estetiche: apprezzo molto lo stile degli yacht prodotti in Italia, sia nelle linee esterne che nel design degli interni" dichiara Mr Choo nuovo proprietario di un Azimut 30m. 

Il settore non conosce la crisi ma deve comunque adattarsi continuamente. Infatti, la domanda è cresciuta ed è cambiata con i modi di vita e con la tendenza attuale della superpersonalizzazione. Il lusso è quello che rimane unico, perciò sempre più spesso gli armatori vogliono partecipare fin dall'inizio alla costruzione del proprio Yacht per imporre le loro esigenze estetiche, di comfort o di sicurezza specifica.



Per distinguersi, i cantieri adesso puntano (più o meno) sull'aspetto ambientale : Scommessa marketing ovvero reale impatto verde ?

Arcadia Yacht si vantano di aver sviluppato un "senso etico" grazie ad una costruzione specifica : l'Arcadia Assembling System con una motorizzazione a basso consumo ed uno sistema di propulsione ibrida.
Il motore elettrico può in effetti spingere la barca ad una velocità di 8 nodi, quest'ultimo ricaricabile con i panelli solari che danno quell'aspetto unico allo yacht. Il motore consuma solamente 30 litri per ora ad una velocità di crociere di 9 nodi. Quello è davvero un exploit tecnologico paragonato ad altri yacht di dimensioni uguali.

Nel 2009, il gruppo Francese Abys, nato nel 1997 e conosciuto per la gestione dell'attività di noleggio di barche a motore , si è associato con il prestigioso cantiere Italiano Feretti nell'ambito di toccare una parte più grande del mercato mondiale. Anche loro propongono yachts di tipo "verde" con motorizzazione ibrida come i Mochi Craft anche loro con la certificazione GREENSTAR. Yachts che si sono visti attribuito il "trophée de l'innovation 2009" al Festival de la Plaisance de Cannes.


Nell'ottica dell'impegno ambientale, i cantieri Baia hanno un progetto audace che sembra una dolce utopia. Si chiama Sevolution26, che sarebbe un tipo di yacht rispettoso dell'ambiente nei confronti degli altri modelli classici. In effetti, come l'Arcadia, possiede un sistema di motorizzazione ibrida omologata GREENSTAR, con una parte diesel per i lunghi trasferimenti e una parte elettrica per la navigazione costiera. Dotato di filtri antiparticolato e di sistemi di scarico, questa serie di Yacht è stata sviluppata in collaborazione con l'università Frederico II di Napoli rivelando la volontà del cantiere di far parte della Green rivoluzione che sta operando oggi.
Due riflessioni :
- E' l'aspetto ideologico abbastanza forte perché i futuri armatori chiudano gli occhi sui prezzi eccessivi delle gigante batterie elettriche e altri materiali ecologici della barca ?
- E' coerente associare quel mostro di acciaio scaricando tonnellate di gasolio e rifiuti nell'oceano ad un progetto ambientale plausibile ? 

Molta agitazione ma dietro quelle nuove tecnologie verdi, i motivi rimangono 
  1. la riduzione della bolletta del carburante 
  2. ottenere il privilegio di essere visto come "cittadino del mondo".

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