mardi 24 janvier 2012

Ottimismo misurato


Dall 8,4% nel 2008 l'Europa deve raggiungere il 20% di energie rinnovabili nel consumo totale d'energia.

Secondo il sito delle statistiche nazionali francese, l'INSEE, dal 2006 al 2009, la parte delle energie rinnovabili nel consumo finale di energia è fortemente aumentata in Europa. Per raggiungere gli obbiettivi dobbiamo continuare su questa strada.


Nel 2010 in Francia i rinnovabili si alzavano a 22 milioni di tonnellate-equivalente petrolio grazie al legno ed all'idroelettricità. Dal 12,3% nel 2009, la parte delle energie rinnovabili nel consumo finale totale d'energia in Francia siamo passati al 12,9% nel 2010. La legge Grenelle 1 (in conformità con la direttiva europea del 2009) ha fissato un obiettivo del 23% di energie rinnovabili nel consumo finale d'energia all'orizzonte 2020. Questa crescita iniziata nel 2005 proviene dall'aumento dei biocarburanti e della produzione termica (utilizzo del legno e delle pompe a calore). La produzione elettrica dall'altro lato stagna, e nonostante il boom dell'eolico, quest'ultimo non compensa il calo del settore idraulico.

In Italia, il settore solare è riuscito a fare concorrenza ai prezzi di altre fonti di energia ed il paese si situa in quarta posizione per quanto riguarda gli investimenti esteri in materia di ER.

Ma nonostante questo dato positivo, il futuro delle E.R per le due cugine latine non è radioso. I due paesi si sono visti privati dalle sovvenzioni del governo e il disastro ecologico di Fukushima hanno cambiato cose in Italia: adesso, non sono sicuri di voler continuare con progetti nucleari organizzati con la Francia dopo quest'evento senza precedenti : hanno bisogno di un anno di moratorio sul rilancio del programma atomico.
Queste due eventi quasi consecutivi hanno messo questo giovane mercato a prova dura. Il fotovoltaico ne ha sofferto considerevolmente poiché lo sviluppo di questo mercato contava sulle politiche adottate verso le E.R

 Il rapporto Pew del 2010 rileva una crescita generale del utilizzo delle E.R poiché 40 gigawatt nel settore eolico e 17 gigawatt nel solare sono stati collegati alla rete mondiale gazie a più di 183 miliardi d'euro d'investimento in questi settori (cioè +630% comparativamente al 2004).
Ossia, al livello mondiale, si genera 388GW di energie rinnovabili. È la prima volta che la produzione delle E.R supera quella della produzione nucleare (371GW) e di queste 388GW, 16,7GW sono derivati da infrastrutture italiane.
Più piccola, ma più grande, l'Italia supera in gran parte la Francia in termini d'investimenti E.R. Questo dovuto al fatto che la Francia è dipendente dal nucleare e mette (quasi) tutte la propria energia in questo settore energetico.

Le opportunità, ci sono molte nel settore delle E.R grazie alla diversità e l'indipendenza delle sue componenti e la sua capacità di essere investito dai privati. Il suo sviluppo resta dunque attraente per i paesi/Comunità che non vogliono rimanere dipendenti dalle risorse fossili da altri paesi o dal pericolo nucleare.
Occorre notare anche che il paese che inquina di più nel mondo : La Cina, è anche quello che investe di più nel settore delle E.R.

Paradosso non così stupefacente se consideriamo che per ricomprare la sua cattiva nota sull'inquinamento, visto che è un paese in via di sviluppo, deve bilanciare con un investimento massivo nel dominio delle energie pulite.nella speranza di annullare il lato oscuro della loro crescita.

Il rapporto analiza anche vari scenari in termine di investimenti per le E.R :  dice che in Italia, anche nel più pessimista dei casi, quel settore attirerebbe 68 miliardi di euro nel 2020.
Adesso, dobbiamo chiedersi se abbiamo fiducia nell'affidabilità di questo rapporto, se la democrazia è in grado di decidere cosa è accettabile e se la corruzione si vede temporaneamente eliminata dalle decisioni determinanti che salverebbe il nostro pianeta.  Ma questa è un'altra storia…

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